Il Villaggio Verde Comunità Acquariana

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Villaggio Verde

 

La seguente presentazione è ripresa dal libro Comuni, comunità, ecovillaggi, di Manuel Olivares. Alcuni dati sono stati recentemente aggiornati da Simona Camporesi

 

Il Villaggio Verde è un’esperienza comunitaria quasi trentennale. Viene fondato, nel 1988, da Bernardino Del Boca (1919-2001), rampollo di una famiglia nobile originaria di Boca, nell’alto novarese, precocemente iniziato alla teosofia.
Del Boca diviene presto un grande conoscitore del sud-est asiatico, dove vive per lunghi periodi di tempo a partire dalla metà degli anni ’‘40, sperimentando, tra l’altro, stati di realtà “non ordinaria”.
Dal ’47 sostiene di essere contattato da entità di una realtà parallela: gli zoit.
Nello stesso anno viene iniziato nel tempio di Han, dedicato a Shiva da un antico monarca di Giava, su un’isola vulcanica dell’arcipelago di Lingja, poco distante da Sumatra.
Si tratta di un’iniziazione alla Strada Alta che sancisce il suo completo servizio alla causa dell’Età dell’Acquario ovvero della spiritualizzazione dell’umanità.
Due anni dopo Del Boca torna in Italia dove inizia a congetturare, anche su ispirazione degli zoit, di creare un “villaggio verde”.
Il progetto ha un’incubazione lunghissima e solo nel 1981 Del Boca — che nel frattempo ha fondato la Casa Editrice L’Età dell’Acquario e l’omonima rivista bimestrale ― inaugura la Cooperativa Villaggio Verde.
Questa si sviluppa su circa 10 ettari di terreno (di cui 3 coltivabili e la maggior parte boschivi) a San Germano di Cavallirio, vicino Boca.
Negli intenti del fondatore, il Villaggio Verde vuole essere un centro sperimentale ed un “laboratorio vivente” per l’evoluzione della coscienza della Nuova Era, ispirato a valori teosofico-acquariani.
Lo spirito di questa esperienza comunitaria, che si viene delineando come un momento di convergenza di una cultura esoterica d’avanguardia, istanze ecologiche e tensioni utopiche, vuole essere la ricerca di un’armonia ad ampio raggio (con sé stessi, con i propri simili e con la natura), della maggiore autosufficienza possibile e di una dimensione di vita sostenibile.
Da un punto di vista architettonico vengono accolte le idee un po’ stravaganti di Giorgio Grati che si coagulano nel progetto, parzialmente realizzato, di una città circolare attorno ad un laghetto centrale.
In concreto vengono predisposti, sul finire degli anni ’80, sedici appartamenti definiti “moduli”, ovvero altrettante sezioni di un unico edificio, di due piani, disposto curvilineo lungo la circonferenza di un piccolo lago artificiale.
Al principio degli anni ’90 l’esperienza comunitaria è definitivamente avviata.
Ogni modulo ospita un nucleo famigliare, ognuno con una propria economia privata.
In origine si era pensato di creare un sistema economico interno sulla falsa riga delle banche del tempo, con “crediti” equivalenti ad un’ora di lavoro. Si era cioè valutato di dar vita ad una sorta di moneta comunitaria, esperimento che in Italia, come abbiamo visto, viene portato avanti da circa 25 anni nella comunità di Damanhur.
A questo va aggiunto che, a livello europeo, altre due realtà comunitarie hanno tentato e continuano a tentare la via del conio proprio: Christiania, alla periferia di Copenaghen e Findhorn Foundation.
A Christiania viene utilizzato, dal 1997, il Løn, del valore equivalente di 50 corone — circa 6 euro e 50 centesimi ― con cui viene salariata un’ora di lavoro nella comunità mentre a Findhorn si utilizza, dal 2002, l’Ekos .
Entrambe le monete comunitarie hanno un utilizzo piuttosto limitato.
La situazione è invece diversa, come abbiamo visto, a Damanhur dove la realtà del Credito ha, senz’altro, una maggiore solidità.
Torniamo al Villaggio Verde; con l’avvio dell’esperienza comunitaria vengono offerti seminari, corsi permanenti ed estemporanei, conferenze su terapie alternative, yoga, qi gong, meditazione, ricerca interiore, approccio al cavallo, astrologia, storia delle utopie, educazione alla Nuova Era, tarocchi, alimentazione e, a sabati alterni, le conferenze di Del Boca — ispirate al concetto teosofico ed antidogmatico per cui nessuna religione è superiore alla verità ― catalizzano un numero crescente di “simpatizzanti”.
In poco tempo il Villaggio Verde inizia ad ospitare anche gli incontri del Forum Spirituale dell’ONU per la pace e diviene il terreno di coltura di un’utopia che identifica nella creazione di un unico parlamento mondiale la maggiore garanzia di realizzazione di un pacifismo planetario; ipotesi su cui si era soffermato il maestro indiano Osho Rajneesh.
Oggi, al Villaggio Verde, si respira un’aria esplicitamente individualista. I residenti – 15 adulti e 5 bambini – sono divisi in nuclei famigliari e almeno un membro di ciascun nucleo lavora all’esterno della comunità o conduce un’attività in proprio all’interno del Villaggio.
Le entrate non vengono collettivizzate e si cerca di ridurre il più possibile la necessità delle stesse, mentre le spese di gestione comune vengono ripartite tra i nuclei famigliari.
Le decisioni vengono prese in presenza di una costante ricerca del consenso unanime.
Gli abitanti sono soci di una cooperativa (Cooperativa Viveca) che detiene la proprietà indivisa delle 12 case, degli edifici comuni (che ospitano, tra gli altri, una cucina, un laboratorio e una sala conferenze) e dei terreni, la maggior parte dei quali coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica.
Pur essendoci diverse attività all’interno del Villaggio, al momento solo una persona lavora a tempo pieno nella comunità e riceve uno stipendio per seguire l’amministrazione della Cooperativa, mentre il resto del lavoro è svolto da volontari sia interni che esterni.
Gli abitanti e circa 50 simpatizzanti sono riuniti nella Associazione di Promozione Sociale “Amici del Villaggio Verde”, che svolge diverse attività, tra cui la produzione di ortaggi e frutta biologici, la gestione di una mensa e di una foresteria. Alcuni soci gestiscono un laboratorio per il piccolo artigianato del legno e della ceramica, altri si occupano di organizzare escursioni a piedi e a cavallo nella vicina Riserva Naturale delle Baragge, attività di educazione ambientale per i bambini delle scuole dei paesi vicini oltre a corsi, seminari e conferenze.
In conclusione, al Villaggio Verde si è realizzata, a partire dall’Aprile 2003, la Fondazione Bernardino Del Boca che si avvale oggi di un archivio in cui è stato catalogato il patrimonio documentale del fondatore: 12342 volumi di importante valore storico, 20000 riviste, nazionali ed internazionali (esemplari di 337 testate), 418 audiocassette di musica classica, leggera e canti popolari, 671 videocassette di film e documentari di varia natura, 141 opere pittoriche, di cui 50 opere personali, una collezione di sculture ed oggetti religiosi che costituivano, nelle intenzioni di Del Boca, l’avvio di un museo dell’animismo e della religiosità popolare.
Il Villaggio Verde aderisce al RIVE e alla rete CONACREIS. È aperto tutto l’anno ai visitatori, che possono essere ospitati nel bed & breakfast del Villaggio secondo le modalità tradizionali, oppure usufruendo della possibilità di soggiorno in condivisione, le cui condizioni possono essere lette nella pagina http://bb.villaggioverde.org/ (al momento del nostro ultimo contatto, avvenuto agli inizi del 2016, l’attività WWOOF era stata sospesa).

Infine, un’importante pagina da visitare, per chi volesse iniziare a conoscere meglio questa realtà comunitaria, è quella delle domande frequenti:

 

Il Villaggio Verde
Località San Germano, 28010 Cavallirio (NO)
Tel. & Fax: 0163/80447
E-mail: info@villaggioverde.org
Sito internet: www.villaggioverde.org
Facebook: www.facebook.com/villaggioverde.org.

 

Per approfondire il fenomeno comunitario

 

Quindici anni di studi — in biblioteca e sul campo — sul vivere insieme.
Il quarto di una fortunata serie di testi sull’universo comunitario, ogni giorno più multiforme. Un excursus che, dalle prime comunità essene, giunge alle contemporanee esperienze di cohousing tentando di non trascurare nessuno: esponenti radicali della riforma protestante, socialisti utopisti, anarchici, hippies, kibbutzniks, ecologisti più o meno profondi, new-agers, cristiani eterodossi, musulmani pacifisti e altro ancora.
Una mappatura ragionata — su scala italiana, europea e mondiale — di gruppi di persone che abbiano deciso di condividere, in vario modo, princìpi, ambienti, beni di vario genere e denaro, di comunità sperimentali — spesso ecologiste — dove si sondino le suggestive sfide di uno spazio vitale comune.

 

Manuel Olivares, sociologo di formazione, vive e lavora tra Londra e l’Asia.
Esordisce nel mondo editoriale, nel 2002, con il saggio Vegetariani come, dove, perchè (Malatempora Ed). Negli anni successivi pubblicherà: Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia (2003) e Comuni, comunità, ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo (2007).
Nel 2010 fonda l’editrice Viverealtrimenti, per esordire con Un giardino dell’Eden, il suo primo testo di fiction e Comuni, comunità, ecovillaggi.
Seguiranno altre pubblicazioni, in italiano e in inglese, l’ultima e di successo è: Gesù in India?, sui possibili anni indiani di Gesù.

 

Leggine l’introduzione

 

Prezzo di copertina: 16.5 euro

 

Per la versione e-book, cliccare qui!

 

 

Villaggio Verde 2