Un terremoto apocalittico ha devastato il mio paese e il mio popolo

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Di seguito la traduzione dell’appello lanciato dal Professor İbrahim Özdemir di cui abbiamo più volte parlato in questo blog. Turco di origine curda, è uno dei più attivi ecologisti musulmani almondo ed è ora Visiting Professor alla Clark University di Worcester (Massachusetts). Essendo negli Stati Uniti lui non ha risentito, direttamente, del terribile terremoto che stacontinuando a fare vittime in Turchia e in Siria però ha condiviso foto dolorosissime ed alcuni suoiparenti sono, al momento, sotto le macerie, in attesa di essere soccorsi. È dunque il momento della solidarietà. In fondo all’appello trovate diversi estremi bancari per poterdare un contributo e consentire al professore di sostenere economicamente i propri parenti ed ipropri vicini di casa in questo terribile momento, in uno spirito fraternamente comunitario. Forse ilmodo più semplice per contribuire è tramite paypal; è possibile spedire del denaro con un paio diclick, altrimenti per chi non lo sapesse è abbastanza agevole inviare denaro all’estero (sui conticorrenti segnalati) tramite il sito wise.com.

Manuel Olivares

 

İbrahim Özdemir

6/2/2023

Come sono solito fare, ho parlato con alcuni miei nipoti, ieri nel tardo pomeriggio. Mi dicevano diessere preoccupati per la mia salute, sapendo della forte ondata di freddo che stava investendo il Massachusetts. Poche ore dopo vengo informato che un tremendo terremoto sta devastando laTurchia e la mia città natale.
Lunedì mattina un terremoto di magnitudo 7.8 ha sconquassato buona parte della Turchia meridionale, inclusa la mia città natale (Islahiye-Gaziantep), uccidendo circa 4000 persone. Ilnumero delle vittime sta crescendo ogni ora. Può essere definito il più importante evento catastrofico che la nazione abbia visto. Molti edifici sono collassati, tubi del gas hanno preso fuoco, alcuni aeroporti sono stati distrutti e strade importanti sono ora solcate da squarci profondi. Ho passato l’intera notte cercando di raggiungere telefonicamente i miei parenti ed avere delle informazioni. I miei due nipoti, con cui avevo parlato la sera precedente, sono ancora sotto le macerie con i loro bambini. Quanto ho visto in televisione ed on line e quanto mi stanno dicendo imiei parenti rende evidente, ai miei occhi, che siamo di fronte ad un evento apocalittico che rimarca le descrizioni presenti nella Torah, nel Nuovo Testamento e nel Corano. Ora giacciono sotto le macerie, a temperature gelide, migliaia di turchi, curdi e rifugiati siriani, ricchi e poveri, senza distinzione, sunniti ed alawiti. Alcuni sono morti sul posto, altri stanno pazientemente aspettando di essere soccorsi. Mancano elettricità, cibo ed acqua.Il primo terremoto è stato spaventoso per ogni possibile parametro, seguito da una seconda scossa disimile magnitudo. Il collasso di alcuni edifici era, forse, inevitabile. Tuttavia, nelle zone colpite,alcune strutture hanno tenuto, salvando vite umane mentre altre, vicine, sono crollate, evidenziando modalità edilizie inappropriate e irresponsabili che, purtroppo, sono state e sono ancora causa di morte. Avremo bisogno di tempo per comprendere a pieno quanto l’inadempienza umana possa aver contribuito alla perdita di molte vite. Ma già dai primi segnali non possiamo non interrogarci al riguardo. Nel 1999 abbiamo rapidamente imparato che non era stato il terremoto ma la “mala-edilizia” ad aver ucciso diverse persone. La colpa ricadde sugli appaltatori che avevano utilizzato materiali scadenti (per risparmiare, naturalmente), sui funzionari che non avevano fatto rispettare i canoni dicostruzione e, naturalmente, sul governo che non era stato in grado di sviluppare una strategia volta a fronteggiare possibili terremoti su scala nazionale. Questi sono giorni di lutto e di solidarietà. Sono profondamente toccato dal senso di unità e mutuoaiuto che sta attraversando la nazione. Vedo persone in fila a donare il sangue, tentando disperatamente di aiutarsi a vicenda. Stanno anche arrivando molti aiuti e donazioni dall’estero. Tutti i miei parenti ed i miei vicini hanno dovuto lasciare quel che rimaneva delle proprie case e stanno vivendo nelle macchine e nei parchi come rifugiati ed hanno urgente bisogno di aiuto. Chiunque voglia contribuire può farlo utilizzando i seguenti canali.

 

Fai una donazione al Türkiye Earthquake Relief Fund