Maria Maddalena, i Templari ed il Graal

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Maria Maddalena, i Templari ed il Graal

Di seguito, un bel contributo dell’amico Maurizio Luzi, grande studioso di religioni comparate e membro della Confraternita Sufi Burhaniyya da circa 30 anni.

Le opinioni espresse in questo post sono personali.

Buona lettura!

 

 

La storia di Maria Maddalena e di Giuseppe di Arimatea

 

Ciò che suscita interrogativi ed induce a prendere in considerazione le storie segrete degli itinerari della “famiglia” di Gesù successivamente agli eventi palestinesi, è il fatto che in Bretagna (Francia del Nord), nella località di Stiffel presso Plouaret (Côtes-du-Nord) si celebra ogni anno, la domenica dopo la festa di Santa Maria Maddalena (22 Luglio), una “solennità” in onore dei “Santi Sette Dormienti”. Che le località di culto dedicate ai 7 dormienti[1], quelle ancora esistenti o già scomparse, sono da mettersi in relazione con località di culto dedicate alla Madonna di Efeso ―soprattutto in quella parte della Francia del Nord (Lannion, Vieux-Yaudet, Ploubezre) che mantenne stretti rapporti commerciali con l’oriente dalla fine del V sec. d.C. alla metà del IX sec.― è senz’altro una questione da approfondire. L’analisi semantica del gwerz bretone prova che il nucleo centrale del racconto nacque verso la metà del VI secolo, a Trégorrois; in più, una connotazione geografica umana: venti secoli prima la regione era ricca di megaliti, e la cappella di Stiffel, edificata nei primi anni del sec. XVIII, sorge su una cripta rinchiusa da tre blocchi di un dolmen. La cavità megalitica che ricorda la caverna di Efeso e che si trova presso una sorgente dalla quale l’acqua esce attraverso sette fori da una pietra collocata orizzontalmente, era una località privilegiata. La regione, ricordiamo, si oppose al concilio di Tours (567) e a quelli di Nantes e Rennes (sec. VII) che proibivano la costruzione di edifici sacri su megaliti. È in questo e nei secoli successivi che assume sempre più prestigio la Stirpe dei Merovingi, i quali in effetti erano ritenuti discendenti di Cristo!

In sostanza, Gesù era sposato ―poiché, per esempio, altrimenti non poteva essere chiamato Rabbi dagli Ebrei―, si narra, con Maria Maddalena[2]. Costei, divenuta gravida, non poteva di certo restare a Gerusalemme. Ma non si può assolutamente stabilire se essa sia partita assieme alla Madonna  alla volta dell’Asia Minore, ed in seguito si sia diretta verso la Francia, oppure se ―accompagnata da alcuni discepoli (qualcuno dice l’apostolo Filippo in particolare)[3]― si sia imbarcata alla volta delle terre francesi. Sta di fatto che, nella Francia del Sud, racconti velati narrano di una dinastia che ha avuto origine da lei, e che questa dinastia (divisa in seguito in varie altre dinastie) sia sempre stata rigorosamente protetta da contaminazioni, ostilità o eventuali “attacchi” dottrinali e materiali.

Gardner, nel suo libro La Linea di Sangue del Santo Graal (Newton Compton Editori, Roma 1997), sostiene che «anche dopo la distruzione romana del I° secolo, tutti i documenti relativi al retaggio davidico della famiglia di Gesù il Messia erano stati conservati dagli eredi, che avevano portato questa eredità messianica dal Vicino Oriente in Occidente: erano chiamati infatti Desposyni[4], un titolo consacrato e riservato esclusivamente a coloro che appartenevano alla stessa stirpe di Gesù, una stirpe dinastica che esiste ancora oggi… (pag. 9)

La parola Saint Graal deriva da San Grael e Sangréal. L’Antico Ordine del Sangréal, un ordine dinastico della Casa reale scozzese di Stewart, era direttamente alleato all’Ordine continentale europeo del “Regno di Sion”: i Cavalieri di entrambi gli ordini erano seguaci del Sangréal che definisce il vero Sangue Reale (il Sang Réal) di Giuda, ovvero la Linea di Sangue del Santo Graal. Quest’ultimo è stato simbolizzato da diverse cose, ma come “oggetto materiale” è stato visto per lo più come un calice, in special modo contenente il Sangue di Cristo. Altrove è stato rappresentato come una vite che s’insinua serpeggiando attraverso gli annali del tempo: il frutto della vite è l’uva, dalla quale si ricava il vino (equivalente e sostituto del “sangue”)… (pag. 10

Quanto alla Maddalena la verità è che non fu mai “Maria di Betania”. Nella Bibbia, lei e Maria vengono indicate soltanto come “sorelle” in casa di Lazzaro (Simeone) di Betania. Il nome completo era Sorella Miriam Magdala, ovvero Maria Maddalena[5]. Nel Vangelo di Filippo è detto esplicitamente che «la compagna del Salvatore è Maria Maddalena. Cristo l’amava più di tutti i discepoli, e soleva baciarla spesso sulla bocca.» (pag. 71-2)

Maria Maddalena dunque era incinta (forse di tre mesi) al momento della crocefissione: nel 33-4 d.C. diede alla luce una bambina che venne chiamata Tamar (“palma”)[6]. A quel tempo Maria era a Marsiglia, dove la lingua ufficiale fu il greco fino al V° secolo. Fra gli emigrati in Gallia nel 44 d.C. c’erano Marta e la sua serva Marcella; ma anche l’apostolo Filippo, Maria Jacopa (moglie di Cleofa)[7] e Maria-Salomè (Elena). Gli anni 35-37 d.C. sono fra le prime date indicate come inizio dell’evangelismo cristiano in Francia[8]. Negli Annales Ecclesiastici del 1601 il bibliotecario vaticano Baronio annotò che Giuseppe d’Arimatea giunse a Marsiglia nel 35 d.C.[9], da dove poi si recò in Britannia con i suoi compagni a predicare il Vangelo. Questa data coincide con un resoconto che parla della presenza in Europa di S. Giacomo il Giusto, e dell’apostolo Filippo: fu quest’ultimo ad incoraggiare la sua predicazione in Inghilterra. Ed è nel 63 che ritroviamo Giuseppe d’Arimatea a Glastonbury: la Cappella di Santa Maria Maddalena qui risalirebbe proprio al 63 d.C., immediatamente dopo la sua morte[10].

Maria Maddalena infatti morì nel 63 d.C., all’età di 60 anni a St. Baume. Le sue spoglie furono sepolte nell’abbazia di San Massimino, a circa 40 km. da Marsiglia.

Aix-en-Provence era l’antica città di Acquae Sextiae. Su quel luogo (Saint-Maximin-la Sainte-Baume) dall’inizio del 400 vegliarono i monaci dell’ordine di S. Cassiano. Il culto più attivo della Maddalena però s’insediò a Rennes-le Chateau, nella regione della Linguadoca; ed in seguito anche altrove… tanto che il titolo Notre-Dame in Francia sovente si riferiva piuttosto a lei che non alla Madonna[11].

 In seguito, per riuscire a capire meglio le vicende successive di tale Discendenza Regale e la connessione con la Cerca del Santo Graal, occorre aggiungere anche l’innesto con un’altra stirpe sicuramente non meno nobile proveniente dai Balcani, quella dei Franchi Sicambri.

 

 

Il lignaggio dei Merovingi

 

Non c’è dubbio che la zona sovrastante dove sfocia il Danubio, e lo stesso Mar Nero ―colore altamente simbolico―, era un “luogo d’elezione”, denominata fin dall’antichità greco-romana Dacia Iperborea, ovvero una delle sedi della Tradizione Primordiale, ben conosciuta da quel circolo pitagorico costituito dai “poeti” latini (Virgilio, Orazio, Ovidio, Tibullo, ecc.): è in Cappadocia che si rifugiano molti Santi, teologi, dei primi secoli dopo Cristo (per esempio, Clemente Alessandrino e Origene). Di là era originario O-Rifeo (= Orfeo), cioè “il Rifeo” (dal nome dei monti Rifei o Carpazi), al quale si ricollegava il grande Pitagora.

La storia antica dei Balcani e dell’Anatolia è stata poco studiata, per lo meno dai ricercatori occidentali. Ma anche la grande diffusione del Cristianesimo in quei territori evidentemente non è casuale, come non lo sarà quella dell’Islam più tardi. Comunque, già a partire dal 700 a.C., le tribù celtiche dell’Europa Centrale, a varie ondate si spostarono verso l’Europa nord-occidentale dove si sovrapposero ai “rossi” superstiti di Atlantide: nei secoli posteriori infatti si svilupperà una Civiltà “nordica” che si estenderà in tante regioni ed aree europee, dall’Irlanda fino all’Italia centrale.

La Bretagna francese in quel tempo era denominata Armorica, e Mont Saint-Michel divenne la sede di un monastero celtico. Era l’Irlanda settentrionale (Ulster) che allora veniva chiamata Scozia (terra degli Scoti), mentre l’estremo Nord della Britannia era chiamato Caledonia, che era abitata appunto dai “Picti” (= dipinti, ossia rossi)[12]. I Sassoni occuparono principalmente il Sud-Est dell’Inghilterra, mentre gli Angli si impadronirono del “Wales” (= Galles) fino al Vallo di Adriano: da qui il nome di England (= “Angle-Land”) a tutta la regione. Beda il Venerabile riferisce comunque e conferma che una comunità cristiana era presente a Carlisle molto prima che gli Anglo-Sassoni penetrassero nelle regione.

Tutto questo lo ricordiamo perché dobbiamo tenere presente che del resto il Cristianesimo Occidentale fu altrettanto “diviso” come quello Orientale, e non solo fino al declino dell’Impero Romano, al quale si sostituì ricostruendo un’altra Civiltà. Infatti la maggior parte dei popoli “barbari” accolse piuttosto l’Arianesimo (come il re Teodorico) il quale perdurò in forme ristrette anche durante il Medioevo; e moltissimi furono peraltro i cosiddetti movimenti ereticali contro i quali dovette reagire la Chiesa di Roma, anche dopo la fondazione del “Sacro Romano Impero”: tali “eresie” non erano né una novità, né casuali, e neppure ingiustificate, come risulterà in maniera evidente più tardi con le Riforme Protestanti.

I Sicambri erano originari della Scizia (a nord del Mar Nero)[13] ed erano legati all’Arcadia greca, il cui re Pallas era il “Signore del Mare”: il loro emblema era il “pesce”, ossia l’ichthus, lo stesso simbolo degli ebrei di Qumran, nonché del Cristo ulteriormente.

Il ramo dei Franchi sicanbrici, passato nella Pannonia, nel IV° secolo si trasferì in Renania.

Il primo re dei Franchi, Pharamond  (Faramondo in italiano) era discendente sia di Maria Maddalena che di Giuseppe d’Arimatea.

Ora, da Pharamond e Argutt provengono i re Meroveo (m. 457), Childerico (m. 481) e Clodoveo sposato a Clotilde (492): ed è da loro due ha inizio la stirpe dei Merovingi, veri e propri.

Quando assursero al rango di Re dei Franchi non venivano incoronati o creati “re”, ma regnavano per tradizione. Essi non governavano il paese, né erano politicamente attivi: le funzioni di governo venivano svolte dai loro primi ministri, i “Maestri di Palazzo” (o Major Domi, “Maggior-domi”).

Lo stemma dei re Merovingi conteneva il Pesce (un delfino) e il Leone di Giuda: essi furono poi adottati dalla Casa Reale di Scozia. Il fleur-de-lys fu introdotto dal re Clodoveo, ed in seguito utilizzato per indicare le stirpi regali congiunte di Francia e di Giuda, la prima risalente addirittura alla TRADIZIONE PRIMORDIALE e la seconda alla “Famiglia di Gesù Cristo”.

In ogni caso, è nella Francia del Nord che avvenne la “consegna” della Tradizione Celtica a quella cristiana; ed è dopo l’avvento dei Carolingi ― consacrati invece dalla Chiesa Romana―, che cominciano a diffondersi le prime saghe, inizialmente quelle del “Ciclo di Orlando” e poi quelle dei “Cavalieri della Tavola Rotonda”. In precedenza il Celtismo ―rappresentato poi dalle leggende del Graal e di Re Artù, fiorite appunto nell’Europa settentrionale― nel corso del Medioevo si era incontrato con l’Ermetismo arabo, ebraico, e addirittura “pitagorico”, largamente presente nelle corporazioni artigianali, in particolar modo quelle dei Fabbri e dei Costruttori, diffuse nell’Europa meridionale[14]; è così che la “Cavalleria del Graal” diventa Massenia, cioè una “massoneria di asceti”, templisti, i cui membri (costruttori-iniziati) si ricollegano ad un centro comune, il Tempio: questo è contemporaneamente un Edificio (o una Chiesa) e un Ordine, il quale a sua volta è insieme un’organizzazione spirituale e una “disciplina”, ovvero una dottrina e insieme un rituale.

La Milizia Santa e le numerose Confraternite di Costruttori rinnovano la cultura e l’arte: e qui ci ritroviamo nella Francia del Sud; è infatti principalmente dalla Provenza che hanno origine, oltre alla “Massenia del San Graal” e la “Fede Santa”, i “Fedeli d’Amore[15] e il Dolce Stil Novo, in cui sboccia Dante Alighieri, il Grande Adepto dell’Occidente[16].

 

 

Dante, S. Bernardo e i Templari

 

Dante ovviamente non era eretico, ma fu avversario del papato sul terreno “politico”: la direzione del mondo doveva spettare ad un imperatore, inteso nel senso profondo e tradizionale, cioè quello del Wang estremo-orientale o dell’Imperatore Romano Pontefice Massimo (ovvero quello che era stata la figura di Giulio Cesare).

Il suo collegamento con le concezioni dei Templari, e con il simbolismo dei Cavalieri della Tavola Rotonda e della Ricerca del Graal, come è descritta soprattutto nel romanzo di Wolfram von Eshenbach, autore del Perceval ―e poi nel Titurel (un eroe) dove inoltre il graal è un “Vassello”, che viene posto in un Tempio―, è ampiamente riconosciuto. Infatti, anche le “coincidenze” fra i libri di Muħī ‘d-dīn Ibn *Arabī e la Divina Commedia si possono spiegare con le idee e le dottrine che a Dante venivano offerte dai Templari, i quali si incontrarono assai frequentemente (durante le tregue e i lunghi periodi di permanenza in Terra Santa) con gli Ordini Iniziatici musulmani, il cui maggior ispiratore fu appunto Muħī ‘d-dīn Ibn *Arabī: costui scrisse opere di 80 anni circa anteriori alla Divina Commedia, fra cui El-Kitāb el-Isrā’ (“Il Libro del Viaggio Notturno”) e le famosissime Futūħāt el-Mekkīyah (“Le Rivelazioni della Mecca”)[17].

Diversi riferimenti senza dubbio, sebbene “velati”, nella Divina Commedia alludono alla tradizione e ai disegni dei Templari[18].

Ma l’esoterismo islamico giunse pure attraverso il Manicheismo (conosciuto sicuramente da S. Agostino, grande Patriarca occidentale), che, passando per i Bulgari, si era trasformato in eresia Catara, connessa e confluita in parte nei movimenti degli Albigesi, strettamente intrecciato con la vita e la sorte dei Poeti Provenzali, i quali ultimi scendono in Italia, e soprattutto in Sicilia, poco prima del nascere dello Stilnovo [19] e senz’altro attraverso la gnosi degli Ismaeliti (i più famosi dei quali erano gli “Assassini”, ala estrema dell’esoterismo persiano ma collegato direttamente a quello iracheno, guidati da Hassan, il “Veglio della Montagna”), in Siria, durante le Crociate: i Templari infatti furono accusati anche di coltivare dottrine musulmane[20].

Gli Ordini monastico-cavallereschi nascono principalmente per difendere il “Santo Sepolcro” di Gerusalemme, riconquistata con la 1° Crociata:

 

  1. I Gerosolomitani (= guardiani di Gerusalemme) che già preesistevano, furono ricostituiti: terminata l’epoca delle Crociate ripiegarono dapprima a Rodi, e in seguito a Malta;
  2. I Templari però furono fondati per primi, da S. Bernardo nel 1118;[21]
  3. Gli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, collegati con i Gerosolomitani e i Mercedari ―in realtà strettamente subordinati ai Templari (tanto che il loro “giuramento di obbedienza” era rivolto direttamente a S. Bernardo)―, avevano il compito di assistere e proteggere i pellegrini.
  4. I Teutonici, organizzati fra il 1128 e il 1143. Presso di loro ―ed anche a Malta― si rifugiarono alcuni Templari scampati alle persecuzioni[22];
  5. I Trinitari, chiamati poi Della Mercede (“Mercedari”) perché avevano ―almeno come scopo esteriore― il compito di riscattare e curare i prigionieri di guerra: anch’essi continuarono le loro funzioni umanitarie sulla scia dei Gerosolomitani.

 

I Cavalieri di Malta sono ancora oggi un Ordine cavalleresco e religioso.

Già durante le Crociate, tali Ordini fondarono numerosi centri in Europa. I Templari si insediarono principalmente nella Francia del Sud, in Provenza, proprio laddove erano presenti (come nella Spagna meridionale) gruppi arabi, catari, albigesi, ecc., e divennero il “punto di riferimento” di molte organizzazioni iniziatiche, anche secondarie o eretiche.

L’istitutore dell’Ordine dei Templari, S. Bernardo, era un monaco di stirpe nobiliare[23], vale a dire che aveva le qualità del prete (Sacerdote) e quelle del guerriero (Re, Principe): questa è la doppia caratteristica che devono possedere i Custodi della Terra Santa[24], ovvero i “guardiani” del Centro del Mondo, della Tradizione Primordiale. Duplice funzione pertanto doveva avere pure la “milizia di Dio” da lui fondata: ed infatti i Templari erano monaci e cavalieri, asceti e combattenti. E c’è un simbolo che si ritrova nei Cavalieri della Tavola Rotonda ed anche nella “cavalleria medievale”, che spiega esattamente la loro funzione, la triplice cinta druidica:

 

1) al centro si trovano i depositari della Tradizione e i dispensatori della dottrina (i Sacerdoti);

3) all’ultima cinta ci sono i custodi (i GuerrieriGovernanti), il cui compito è quello di assicurare la “copertura” e le “relazioni con l’esterno”[25];

2) in mezzo si collocano i Templari (o i loro equivalenti nelle altre Tradizioni), che sono preti ma anche condottieri, i quali devono invece garantire i “legami” fra la Tradizione Primordiale e quelle secondarie o derivate (come la “Cristiana” in questo caso).

 

A seguito della Crociata contro gli Albigesi bisognava difendersi dalle persecuzioni[26], ricorrere alla dissimulazione, ma anche alla lotta religiosa e politica, poiché i Templari altresì nel corso degli anni erano diventati i “banchieri” d’Europa: le loro ricchezze ed il loro potere suscitavano invidia e avversione sia alla Chiesa romana che al Regno francese. Alla morte del grande Federico II di Svevia, la lotta per il “potere temporale” coinvolge mezza Europa: è in questa degenerazione dell’Occidente che va vista comunque la “causa” principale della fine degli Ordini Cavallereschi.

Allorché il re di Francia Filippo IV (il Bello), dopo aver organizzato la cattura e l’assassinio del papa Bonifacio VIII, riuscì a collocare nel 1305 come successore del papa Benedetto XI (morto nel giro di pochissimi anni in circostanze misteriose) il cardinale Bertrand de Goth (arcivescovo di Bordeaux), col nome di Clemente V, il complotto contro i Templari ebbe inizio.

Si devono tuttavia tenere presenti le seguenti date:

 

1307   Filippo il Bello, d’accordo con il papa Clemente V, fa imprigionare il Gran Maestro e i principali dignitari dell’“Ordine del Tempio”.

1308  Enrico di Lussemburgo viene eletto Imperatore (Arrigo VII).

1312   L’Ordine del Tempio è ufficialmente abolito.

1313   Enrico VII (Arrigo VII) muore misteriosamente (senza dubbio avvelenato).

1314   Supplizio dei Templari, dopo un processo durato sette anni;

            – poco dopo, stesso anno, muoiono a loro volta sia Filippo che Clemente.

 

Sebbene molti beni e possedimenti furono confiscati e testimoni corrotti o forzati sparirono senza lasciar traccia, anche il cosiddetto tesoro dei Templari si dileguò misteriosamente. Si dice che già nel 1307 una flotta dei Templari salpò dalla Bretagna con il loro prezioso carico: una parte sbarcò in Portogallo, ed un’altra parte in Scozia, passando per l’Irlanda e le Isole Occidentali[27].

Ma anche prima di quella data sono riportate in alcuni libri diverse storie di “passaggi”, “recapiti” e spostamenti segreti operati tra le molteplici confraternite iniziatiche dell’epoca, di cui lo stesso Dante era a conoscenza. Oltretutto in quegli anni gli Arabi erano ancora presenti in Spagna e nelle varie isole del Mediterraneo: per cui diverse possono essere le “rotte” scelte dai Templari nell’imminenza della loro fine.

La distruzione dell’Ordine del Tempio, da parte di Filippo IV il Bello con il consenso di Clemente V, segna per l’Occidente l’interruzione delle relazioni regolari con il Centro del Mondo: alla metà del XV° secolo infatti risale la perdita dell’Arte Sacerdotale e la “perdita del Centro”[28]. I membri dispersi delle organizzazioni iniziatiche confluirono nella Fraternità della Rosa-Croce, la quale poi scomparve nel XVII° secolo, alla fine della Guerra dei 30 Anni e quello che si denomina ermetismo è sostanzialmente la dottrina esoterica che si mantenne e pervenne appunto fino al Rosacrucianesimo[29].

 

 

La Cerca del Santo Graal

 

Quantunque le vicende del Santo Graal possano essere collocate sia nel I° secolo che in epoca arturiana, o perfino nel Medioevo, in verità, come qualcuno ha detto, il Graal è senza tempo.

I testi più famosi che ne parlano appaiono alla fine del 1100: le  Perceval li Gallois di Chrétien de Troyes, le Roman de l’Estoire du Saint Graal di Robert de Boron. L’opera anonima Perlesvaus, in cui si fa chiaro riferimento addirittura ai Cavalieri Templari è degli inizi del 1200.

Sempre agli inizi del 1200 compare il Parzival del bavarese Wolfram von Eschenbach: ma qui, oltre agli accostamenti con l’Alchimia ―si parla di un Lapsit Exillis, una “pietra speciale”, che potrebbe essere anche la pietra filosofale―, si afferma esplicitamente che la fonte delle informazioni è un “provenzale” di nome Kyôt[30], il quale era entrato in possesso di un antico manoscritto proveniente dall’Arabia ed il cui autore era un sapiente di nome Flegetanis: questo nome in arabo significa “Secondo Cielo”, ossia il Cielo di Mercurio, ovvero il cielo di Hermes Trismegistos, equivalente greco del grande Dio Egizio Thoth, assimilato al profeta Enoch nella Tradizione Giudaica o al profeta Idris nella Tradizione Islamica ―ancora vivente―, depositario ed espressione di tutta l’antica Scienza prediluviana (quella di Atlantide) [31].

Wolfram inoltre racconta come Gahmuret, per compiere il suo voto di cavalleria celeste, va a porsi al servizio della più alta autorità spirituale allora conosciuta, “il Califfo di Baghdad”, il cui titolo è baruk: il nome è ebraico (= benedetto), ma l’autorità è islamica! Se «la sua giurisdizione si estende ai due terzi della terra ed anche al di là» è perché il Khalìfah (= Califfo) è “il successore” del Profeta Muħammad. Gahmuret sposa la regina Belacane, “nera come la notte”, da cui genererà Feirefiz, “il cavaliere bianco e nero”. Poi, lasciando in segreto Belacane e l’Oriente, va nel Galles dove porta la pace, sedando vari conflitti: qui sposa Herzeloyde, sorella del Re del Graal, da cui nascerà l’eroe Parsifal [32]. Infine, richiamato dal Califfo, torna in Oriente dove morirà combattendo per lui.

Dunque, sia la fonte che l’ispirazione celeste della storia del Graal hanno la loro vera origine dall’oriente islamico. Né è marginale il fatto che pure la conclusione della storia del Graal ci riporti in Oriente, nel “Regno del Prete Gianni[33]. Un’altra nota importante è che il manoscritto originale era in possesso della Casa d’Angiò, ossia una stirpe direttamente alleata dei Templari; è per ciò che la “Corte di Re Artù” si trova sul suolo francese della Bretagna, ed anche l’eroe Parsifal era di sangue angioino.

Fra l’altro, sia un Re Artù che alcuni Cavalieri del Graal ―in particolare Lancelot, Bors e Lionel― erano esistiti veramente: l’Artù storico era l’erede del re Aedàn di Dalriada, consacrato da Columba di Iona nel 574; ne parlano l’abate Adamman di Iona nella Vita di S. Colomba, e il monaco gallese Nennio nella Historia Brittonum[34]. Ciò che va sottolineato però è che:

 

  1. la madre del re Aedàn, Lluan di Brechnock, discendeva in linea diretta da Giuseppe d’Arimatea;
  2. la moglie del re Aedàn, la regina Ygerna del Acqs, era figlia di Viviane, Regina dinastica di Avallon; ed oltre ad essere la madre di Morgana, avuta dal primo marito, il duca di Carlisle Gwyr-Llew, era anche la sorella di Viviane II° del Acqs, madre di Lancelot, e dunque nonna di Galaad[35].

 

Viviane II° era la Custode ufficiale del misticismo celtico: alla morte di Artù ―che aveva unificato i lignaggi di Gesù e di Giuseppe d’Arimatea―, questa eredità passò alla figlia di Ygerna, Morgana, che era infatti considerata una santa sorella di Avalon e una gran sacerdotessa celtica[36].

Secondo la tradizione-leggenda, il Graal è una coppa ricavata, intagliata in uno “smeraldo”[37], staccatosi dalla fronte di Lucifero al momento della sua “caduta” (è il Terzo Occhio, la “perla frontale” di Shiva, che rappresenta il “senso dell’eternità”). Adamo anche lo perdette nella “cacciata” dall’Eden. Seth (= stabilità, fondamento) ne rientrò in possesso recuperando la coppa nel Paradiso Terrestre (= restaurazione dello stato primordiale). Non si sa come il Graal fu conservato fino all’epoca del Cristo: evidentemente ci fu sempre un “Centro Spirituale Supremo” (a cui anche i Druidi erano collegati). Dopo la (presunta) morte del Cristo, il Graal fu trasportato in Gran Bretagna da Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo: esso conteneva il sangue e l’acqua sgorgati dal costato a seguito della ferita inferta dal centurione Longino (= Lancia) con la lancia[38].

La Tavola Rotonda dunque era destinata a ricevere il Graal, quando uno dei Cavalieri l’avesse conquistato e trasferito dalla Gran Bretagna in Armorica: possedere il Graal significava non solo la realizzazione iniziatica dei “Piccoli Misteri” (= la condizione edenica), ma pure l’instaurazione e la conservazione di un’Autorità Spirituale allacciata al Centro del Mondo: i Templari erano appunto l’espressione esteriore dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

In ogni caso, sebbene ci sia stata una notevole diffusione di queste storie durante tutto il XIII° secolo, dopo la conquista di Gerusalemme nel 1291 da parte dei musulmani le leggende sul Graal scomparvero dalla scena pubblica.

Chi ha rivendicato, ai primi del XVIII° secolo, la sua “filiazione” dall’Ordine del Tempio è stata, come abbiamo accennato, la Massoneria di “rito” scozzese, che è giunta fino ai nostri giorni.

Le origini della Massoneria, comunque, risultano assai incerte ed alquanto oscure: le date dei primi rituali inglesi stampati sono 1838 (G. Claret) e, in seguito, 1869 (A. Lewis); in precedenza non esistevano, in Inghilterra, che rituali manoscritti. Il Rito di York era quello degli “Antichi”: quello che esiste dopo l’Unione è, in realtà, una specie di compromesso fra questo e quello dei “Moderni”. Inoltre, i blasoni dei differenti gradi scozzesi, che riuniscono i principali simboli di ognuno di loro, non hanno nulla a che fare con gli stemmi delle Antiche Corporazioni.

In Francia è assai probabile che fossero conservate delle particolarità antecedenti al 1717 che non sono state mantenute o ristabilite in Inghilterra: solo, è difficilissimo dire da dove esse sono potute arrivare. L’assenza di documenti antichi è alquanto singolare, tanto più che essi non dovrebbero essere stati oggetto di distruzione pari a quella che ha avuto luogo in Inghilterra tra il 1717 ed il 1723 ―ed alla quale alcuni documenti, comunque, sono sfuggiti―; bisogna dire però che non si è riusciti a trovare documenti riguardanti le Logge che esistevano in Francia neppure nella prima metà del XVIII° secolo ed anche un pò più tardi.

È proprio dal XVIII° secolo inoltre che assurge a disciplina storico-sociale l’Araldica[39], determinante ai fini di una acquisizione pubblica e del riconoscimento ufficiale di una Casata nobiliare. Tale metodo di conoscenza è quasi una variante esteriorizzata, una riproduzione civile, dell’importanza fondamentale che hanno le “genealogie spirituali” dei Veri Maestri e dei Santi nella trasmissione dei Riti e delle Formule Sacre nelle Confraternite Iniziatiche, che, tuttavia, nel caso specifico della “Famiglia di Gesù” diventa opportuna, se non imprescindibile.

Anche perché varie dinastie ―ad esempio, Angiò, Lorena, Orléans, Luxenburg, Fleming, Lindsay ed in particolare Stewart (Stuart, in francese)― rivendicano di avere il “sangue blu” [= celeste, divino], a differenza di tante altre Casate “di toga”, “di roba” o di basso rango, decadute o perfino usurpatrici[40], se non proprio create politicamente.

Quantunque sia sotto gli occhi di tutti in quali condizioni attualmente versi la Massoneria in generale, la diffidenza e lo scetticismo ― doverose nei suoi confronti― non devono però impedire di ricordare e valutare in modo severo il grande potere e l’influenza che ha esercitato, non solo nella svolta storica della Rivoluzione Americana e Francese, ma anche nella formazione dei Regimi “Democratici” a partire dal secolo trascorso.

 

 

Il Vero Significato della “Cerca del Graal”

 

Il Santo Graal, oltre al significato che può assumere abbinato al termine “sangue”, da Saint-Graal (ovvero “San Graal”) diventando Sangréal che definisce il vero Sangue Reale (il Sang Réal) di Giuda, ovvero la Linea di Sangue del Santo Graalla stirpe derivata da Maria Maddalena e da Gesù, designata poi, a causa delle successive ramificazioni, come la Vite (la “Vigna del Signore”)―, nei romanzi dei Cavalieri della Tavola Rotonda invece è presentato come una Coppa (Gra[s]al) sacra, e talvolta come un Libretto (Gra[d]al) sacro.

Il Calice, che contiene l’elixir di lunga vita ―sostituito dal “vino”[41], il quale poi altro non è che il distillato della Vite―, ossia la Coppa nella quale fu raccolto il sangue di Cristo da Giuseppe d’Arimatea ― quello sgorgato dal costato sulla croce a causa della ferita inferta dal centurione Longino ―[42] è, allo stesso tempo, sia un simbolo assai notevole sia una realtà.

D’altra parte, infatti, secondo alcune versioni, la Coppa è anche la stessa che era stata utilizzata dal Cristo durante l’Ultima Cena per istituire il “rito eucaristico”; il che intrica le cose, poiché sarebbe questo il vero calice — di Smeraldo — che conterrà la bevanda d’immortalità.

Ricapitolando allora esplicitamente ed imparzialmente tutte le informazioni:

-per un verso la Coppa è equivalente al Cuore[43], l’organo umano in cui risiede la Spirito Divino eterno, e attraverso il quale si effettua la contemplazione e permette il ritorno alla condizione primordiale, lo Stato Edenico;

-per un altro verso è lo “strumento” con il quale si esegue il rito più importante della cristianità, che risalirebbe addirittura a Melki Tsedek, ovvero il “Re del Mondo” che presiede alla Tradizione Primordiale (la Coppa ricordiamolo, secondo la Tradizione, proviene dal Paradiso Terrestre, e pertanto metaforicamente identica al Cuore Restaurato);

-per un altro ancora è l’oggetto che conserva e tramanda la Tradizione Spirituale, sul quale talvolta vi sono pure iscrizioni misteriose quasi come un Libro sintetico; ma ad esso va associato inoltre il Triangolo Rovesciato, raffigurazione del sesso femminile — schematicamente analogo al Cuore — che si riallaccia di nuovo alla stirpe divina che preserva tale Tradizione.

Per quanto riguarda il triangolo rovesciato con la croce, esso è l’opposto del simbolo dello Zolfo nell’“Alchimia”, e può anche rappresentare la realizzazione spirituale; senza la croce è appunto il simbolo femminile del sesso. La Mezzaluna che contiene la “stella a 5 punte” (= l’Uomo) è un’altra equivalente della Coppa e del Cuore.

Appare evidente, dunque, che l’acqua e il sangue di Cristo colati nel Calice di smeraldo ― trafugato da Giuseppe d’Arimatea nell’Ultima Cena ―, sono una precisa metafora di un’eredità spirituale.

Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea infatti avevano portato al sicuro in Francia (assieme all’apostolo Filippo) La Coppa [= Maria Maddalena] contenente il Sangue di Cristo [la gravidanza][44], per preservarla e difenderla da ogni pericolo, da qualsiasi forma di aggressione, morale o fisica. (Più specificamente: la Lancia [simbolo “assiale” e fallico] permette al seme di Gesù [che scaturisce dal suo interno] di fluire nell’utero [la Coppa] di Maddalena.)

I Cavalieri della Tavola Rotonda, simbolicamente in numero di 12 ― numero solare, denso di “applicazioni”, che si ritrova dappertutto ― all’epoca in cui si narra delle loro vicende, in realtà quasi tutti erano i “rappresentanti” dei rami della Vigna del Signore, ossia delle dinastie derivate dalla stirpe di Maddalena e Gesù (quasi a replicare le 12 tribù di Israele) e ciò che dovevano trovare pertanto e “recuperare” (e quindi mettere in salvo) era contemporaneamente la Coppa (la persona e la famiglia che costituiva la “discendenza più pura”) ed il Libro dell’autentica Tradizione Cristiana, ossia il Vangelo Originario scomparso misteriosamente fin dal primo secolo, verosimilmente custodito da tale famiglia[45].

Come ultimo argomento di supporto e testimonianza per l’intera esposizione si deve guardare d’altronde  pure alla stessa Storia effettiva e generale della Francia.

Nel 711 i conquistatori Arabi si fermano a Poitiers, non tanto perché sconfitti, quanto piuttosto rispettosi della precedente Rivelazione Divina, impersonata dai “discendenti del Cristo” residenti pacificamente nella Francia del Sud.

A partire dall’800 (incoronazione di Carlo Magno), per tutto il 900 (quando subentrerà la dinastia dei Capetingi), dopo l’intero secolo del 1000, fino ai primi decenni del 1100 ― allorché si insedieranno nel territorio i Templari ―, la Linguadoca e la Provenza (nonché la Bretagna) parteciparono sempre passivamente alle vicende belliche dei vari Re “francesi”.

Se consideriamo insieme la Residenza dei Papi ad Avignone (1309-77) e il Grande Scisma d’Occidente (1378-1417) in cui la Cristianità Europea vedrà l’antagonismo di due papi, abbiamo oltre un secolo non solo di dispute[46] ma anche di conflitti governativi e militari.

Dal 1337 al 1453 si svolge la Guerra dei Cent’anni fra la Francia e l’Inghilterra, nella quale invece presero parte tutte le stirpi del Sud[47]. Sconfitti gli Inglesi sull’intero territorio, la Francia ne usciva con una nuova coscienza nazionale ed un’organizzazione burocratica e militare centralizzata[48], indipendente.

Infine, l’evento che, durante il XVI° secolo ― ad opera del predicatore Lefèvre d’Etaples ―, quasi 1/6 dei francesi divennero calvinisti (denominati Ugonotti), è praticamente la dimostrazione pubblica del distacco formale che continuamente ha permeato il cristianesimo d’oltralpe nei confronti di una “Chiesa Cattolica Romana” (= il Vaticano) ritenuta, oltre che corrotta, immeritevole di un’autorità assoluta in materia dottrinale e politica.

 

 

[1] Un gwerz bretone ce li presenta con questi nomi: Massimiliano, Marco, Martiniano, Dionigi, Giovanni, Serapione, Costantino.

[2] C’è chi sostiene anche con altre donne.

[3] Questo nome non casualmente ricorre in tante dinastie europee già dal primo Medioevo.

[4] Antica parola greca che significa “del Maestro”.

[5] Gregorio I°, vescovo di Roma (590-604), e San Bernardo, l’abate cistercense di Chiaravalle (1090-1153), confermarono entrambi che Maria di Betania era sinonimo di Maria Maddalena.

[6] In seguito, addirittura ―secondo i “sostenitori del Sangréal”― quattro anni dopo diede alla luce “Gesù il giovane”; nel 44 d.C., quando aveva 41 anni, il suo secondogenito, Giuseppe. Comunque, anche se il Cristo era scomparso, qualcuno appunto ha supposto che  ella si sia sposata di nuovo.

[7] Maria Jacopa era una sacerdotessa, chiamata talvolta “Maria l’Egiziana”. Mary è la forma inglese di Miryam, nome legato alle “acque”: per questo il suo emblema divenne la conchiglia, e fu identificata con la dea Venere. Il culto di Mary Jacob, introdotto in Inghilterra dalla Spagna, era largamente diffuso nel Medioevo, soprattutto con il nome di Maria la Zingara, sacra prostituta e cultrice dell’amore. Tuttavia la sua figura nel corso del tempo spesso si confuse con quella di Maria Maddalena.

[8] Eusebio di Cesarea (260-340) e Sant’Ilario di Poitiers (300-367) scrissero di antiche visite apostoliche in Britannia. Nel De Excidio Britanniae il cronista Gildas III (516-570) dichiara che l’evangelismo cristiano fu portato negli ultimi giorni dell’Imperatore Tiberio.

[9] Giuseppe d’Arimatea era anche un ben noto mercante di metalli ed un abile artigiano, conoscitore delle rotte commerciali nel Mediterraneo.

[10] Luigi XI° di Francia (Re dal 1461 al 1483) insistette sulla posizione dinastica di Maria Maddalena nella stirpe reale francese.

[11] Il vestito nero che indossava la Maddalena, come i sacerdoti di Iside, nonché ―secondo alcune tradizioni gnostiche― la Lilith pre-patriarcale, è pure un riferimento al culto della madonna nera: si diceva che Iside e Lilith conoscessero entrambe il nome segreto di Dio, lo stesso che custodiva la Maddalena. La Madonna Nera rappresentava infatti la Sapienza, preesistente prima della Creazione, nera come le tenebre del Kaos, l’eterna Sophia, equivalente inoltre alla Saggezza-Spirito Santo.

[12] Poiché costoro non furono mai sconfitti dai Romani, l’imperatore Adriano fece costruire il celebre “Vallum” al limite del Galles, per separare le due culture.

[13] Probabilmente gli Sciti, come i Pelasgi, sono uno dei nomi dei popoli Iperborei stessi.

[14] Forse è opportuno segnalare che durante la vera epoca del gotico non esisteva una sola immagine della Crocefissione, che la “planimetria combinata” delle Cattedrali di Notre-Dame riproduce ancora oggi la costellazione della “Vergine”, che nessuno è stato più in grado di ricomporre il vetro colorato usato per le finestre delle cattedrali ―luminoso anche quando c’è scarsità di luce―.

[15] Una Tradizione Cavalleresca (riservata cioè alla 2a “casta”, quella dei “Nobili”, guerrieri e governanti), per adattarsi alla “natura” degli uomini cui si indirizza, comporta sempre un principio femminile (Madonna), e quindi l’intervento di un elemento affettivo (Amore). È quella che gli Alchimisti definiscono come la via umida, talvolta riservata ai “mistici” (l’acqua essendo “femminile”), diversa dalla via secca, riservata ai “Sacerdoti”, la 1° casta (il fuoco essendo “maschile”). I rapporti tra la Vergine ed il Cristo sono comparabili a quelli fra la Shekinah e il Metatron ebraici: la Madonna è più “materna” e più accessibile.

[16] Sebbene sia complicato spiegare come sia stata possibile la sopravvivenza, al di fuori delle loro Tradizioni d’origine, di alcuni corpi dottrinali cosmologici come l’Arte Regale dell’antico Egitto o l’Astrologia dei Caldei, e perfino il Pitagorismo, resta il fatto che tali conoscenze si sono perpetuate sia all’interno dell’Islam che nel Cristianesimo: tuttavia non è difficile capire che, per esempio i Costruttori dei Templi, sin dalla remota antichità, non hanno dovuto veramente apprendere “nuove conoscenze” ―se non parzialmente―, quanto piuttosto modificare, “spostare” le tecniche e lo stile, adattandoli alle esigenze caratteristiche delle Diverse Tradizioni Spirituali nelle quali hanno operato; l’Astronomia, la Geometria, la Metallurgia, in ultima analisi sono soltanto delle “scienze complementari” che come tali vanno inserite nel contesto più ampio di un’intera Tradizione.

[17] Una delle principali fonti islamiche della Divina Commedia invece potrebbe essere considerata la Risālatu ‘l-Ğufrān di Abū ‘l-*Alā el-Ma*arrī, iniziato di alto rango.

[18] Per esempio: nell’Antiparadiso (cielo di Venere): per crucem ad rosam, indica il passaggio successivo al Rosacrucianesimo dei vari iniziati, Templari ed altri;

in XV, 56-7 «11» è la somma di 5 + 665, LXV, cioè “LUX”, la Luce Divina;

in XXX, 124-48 Altri sta ancora per “Arrigo Lussemburghese Templare, Romano Imperatore”, nel quale era riposta la speranza dei Ghibellini per una restaurazione “tradizionale” dell’Impero;

in XXXI, 1-3 viene ribadito il «passaggio dal Templarismo nel Rosacrocianesimo»;[18]

e dopo Beatrice (la Vergine) arriva S. Bernardo, il Fondatore dell’Ordine del Tempio ―la “guida” finale in Paradiso―: egli è l’unico, ai tempi di Dante, a possedere la Via Spirituale Suprema;

XXXII,1: Contemplante è “Colui che è nel Tempio”.

La croce nel Cielo di Marte potrebbe essere la croce rossa dei Templari: esso è il cielo dove soggiornano i “martiri della religione”. C’è un gioco di parole tra Marte e martire. Montmarte fu, prima che il “monte dei martiri”, il Monte di Marte. Dionysos, Rusticus, Eleuthéros, sono i nomi dei tre martiri di Montmarte: sono tre nomi di Bacco. Ma S. Dionigi, il primo vescovo di Parigi (Patrono della Francia), è assimilato comunemente a Dionigi l’Aeropagita: e l’”Areopago” ad Atene era il “Monte dei Martiri”!

L’aquila di Giove (e di Vishnù) è l’aquila dell’Impero Romano e del “Sacro Romano Impero”.

Alla scala di Saturno si perviene per la Giustizia (ebraico: “Tsedakah”) del pianeta Giove (in ebraico: “Tsedek”): alla sua cima si arriva con la fede.

[19] Poiché alla Corte di Federico II la lingua degli eretici era la lingua provenzale, durante la reazione della Chiesa romana, Poesia ed Eresia furono disperse insieme.

[20] Il grido dei Templari era: «Vive Dieu, Saint Amour!»

[21] I Cavalieri dell’Ordine erano all’inizio fiamminghi, quasi scelti da S. Bernardo uno per uno. Il primo Gran Maestro dei Templari fu Ugo de Payns.

[22] La loro successiva “conversione” al Protestantesimo nel corso del 1500 e la confisca di tutti i beni della Chiesa Romana non è né “casuale” né immotivata; così come non lo è la nascita della Prussia, ovvero di un’Altra Germania con la stirpe degli Hohenzollern, in opposizione a quella degli Asburgo.

[23] Fu S. Bernardo che ricostruì a Iona il monastero colombano della illanguidita Chiesa Celtica Scozzese. Fu lui che predicò e animò la Seconda Crociata a Vézelay ―dove sorgeva la grande Basilica di Maia Maddalena― davanti al re francese Luigi VII.

[24] La Terrasanta solo esteriormente era la Palestina: essa è la “Terra dei Puri”, la “Terra dei Viventi”, cioè il luogo dove risiede la Tradizione Primordiale, la leggendaria isola di Thule o la mitica Agarttha della Tradizione Hindù.

[25] Il “sistema delle caste” dei Druidi è pressoché identico a quello degli Hindù o a quello di Platone: è principalmente nella 2° casta (quella dei Nobili) che si devono scegliere gli “eletti”, ovvero coloro che, dopo essere stati iniziati all’Arte Regale (= Piccoli Misteri), saranno iniziati all’Arte Sacerdotale (= Grandi Misteri); esattamente pure come avveniva per i Faraoni dell’antico Egitto.

[26] Il massacro in Linguadoca, che a quel tempo era uno Stato indipendente dalla Francia, durò 35 anni: ciò anche perché si voleva ad ogni costo “recuperare” tutti i documenti segreti nascosti e custoditi dalle varie sètte, come, ad esempio, le Tavole della Testimonianza, i Manoscritti di Gerusalemme, il discusso Graal, e forse pure l’Arca dell’Alleanza ―nel Portale nord di Notre-Dame di Chartres (la Porta degli Iniziati) un bassorilievo su di una colonnina raffigura l’Arca dell’Alleanza mentre viene trasportata―. Ma molti “tesori” non vennero mai trovati, perché erano in possesso dei Templari: solo 62 anni dopo si trovò il modo di aggredire anche quest’ultimi.

[27] Molte delle famiglie scozzesi (ad esempio, Bruce, Douglas, Fleming, Graham, Lindsay), a cui viene attribuita una discendenza normanna, in realtà sono di origine fiamminga. Invece, tra le poche famiglie normanne importanti in quell’epoca nella Scozia assunse una notevole posizione di prestigio quella dei St. Clair, a motivo della partecipazione nelle Crociate di alcuni loro membri. I St. Clair, assai legati ai Templari, divennero poi i Sinclair (Baroni di Rosslyn) e considerati i “guardiani dei re Sangréal” in Scozia. Un discendente, William Sinclair (Conte di Caithness, Grande Ammiraglio e Cancelliere di Scozia), fu il fondatore nel 1446 della Rosslyn Chapel, a sud di Edimburgo, nel cui profondo ―si tramanda― giacciono molti pezzi del Tesoro dei Templari.

[28] L’Alchimia è un’Arte Regale: la sua trasmissione fu continuata in una maniera sempre più “ristretta” e sempre più in forma “ermetica”.

[29] Allo “stabilizzarsi” degli Stati Nazionali con la pace di Westfalia nel 1648, gli ultimi Rosacroce dall’Europa si ritirarono nel Regno del Prete Gianni (= La Tradizione Primordiale). Alcuni esoteristi sostengono che attualmente l’Agarttha sia occultata nella regione del Pamir, al “confine” fra la Tradizione Cinese, Hindù ed Islamica: in realtà l’inaccessibile Pamir è “circondato” dall’Islam dell’Afghanistan, dello Xinkiang e del Kashmir, e l’autentico, violento, “assalto” che si sta portandogli contro in epoca odierna, da tutte e tre le direzioni (mascherato da presunte “rivendicazioni” esteriori), potrebbe avvalorare questa ipotesi.

[30] E sappiamo bene ormai quale “crogiuolo” di esoterismo era la Provenza in quell’epoca.

[31] Il nome del Faraone Tuthmosis significa “erede di Tuth (o Thoth)”: il suffisso è il nome anche del profeta Mosè.

[32] Parsifal e Galad sono gli unici che pervengono al Graal. I due nomi potrebbero essere una traslitterazione dall’arabo: Farsi (= persiano) fa*il (= agente), ovvero “Azione della Persia”, o meglio, intervento dell’Islam.

[33] Rimarchevoli, al riguardo, sono le tesi esposte da Pierre Ponsoye ne L’Islam e il Graal, Arché, Milano 1976.

[34] I Re dell’Irlanda per un determinato periodo furono denominati “Re supremi di Tara” (= la Stella Polare), e il “Custode dell’Isola Celtica” era il “Re dei Re”, ovvero il Capo Dragone dell’Isola, Pendragon (Pen Draco Insularis), poiché il “drago” era il loro emblema del potere. E quanto al “mago Merlino”, occorre riferire che il titolo di “Merlino” (= Veggente del Re) esisteva da lungo tempo nella tradizione druidica.

[35] Anche i potenti “maggiordomi” della Bretagna discendevano dalla madre di Lancelot, Viviane II del Acqs, regina dinastica di Avallon: sono i progenitori della più influente di tutte le stirpi discese dai Desposyni, ovvero la Casa Reale scozzese degli Stewart. Non è un caso che il ramo più autorevole della Massoneria è quella di Rito Scozzese (antico ed accettato), seppure con diverse riserve.

[36] Avallon è lo stesso nome di Ablun o Apollo, il Dio degli Iperborei, così come il delfino (da cui deriva il nome del Tempio di Delphi, a lui dedicato) è il “pesce sacro” raffigurato negli stemmi delle più nobili casate principesche.

[37] Non è casuale comunque il rapporto che c’è con la celebre Tavola di Smeraldo, secondo alcuni ritrovata da Pitagora, sulla quale era sinteticamente incisa la Scienza di Ermete Trismegisto.

[38] Il Graal è anche un libro, una scrittura (gradale o graduale), oltre che un vaso (grasale), “vassello”: e quindi anche una sorta d’iscrizione o una sintetica scrittura tracciata dal Cristo o da un Angelo sulla Coppa stessa.

Decisamente “strana” è la coincidenza del nome del centurione con lo “strumento” che adopera.

[39] Ovvero la ricerca approfondita e lo studio, negli archivi più o meno pubblici e nelle residenze private, di documenti, stemmi, blasoni, arazzi, dipinti, disegni e perfino monete, per stabilire l’origine e la discendenza nobiliare di una eventuale famiglia aristocratica.

[40] È, ad esempio, il caso contestato dei “Carolingi”, provenienti dai Maggiordomi di Palazzo dei Merovingi.

[41] La “bevanda d’immortalità”, come l’ambrosia (amrita nell’Induismo) degli Dei immortali in Grecia.

[42] Nome che, sia in greco (λογκη [longhè]) che in latino, significa appunto “lancia”: ma si trattava veramente del Cristo? Se Gesù non è morto in croce, l’intera scena (comprendente la figura di Giuseppe d’Arimatea che indisturbato si avvicina al fianco del Cristo) è stata volutamente costruita per rafforzare la sacralità della Tradizione Cristiana. E non c’è dubbio che la stessa crocefissione è stata alterata ed esaltata a scopo escatologico o didascalico.

[43] Che, sotto un altro aspetto, è anche, nel microcosmo, un equivalente dell’Arca dell’Alleanza o dell’Arca di Noè, che trasporta e conserva la Tradizione Primordiale.

[44] A Maria Maddalena, seguendo la tesi del matrimonio sacro, Gesù aveva affidato inoltre ed appunto anche il Vangelo Originario (l’Injīl), ovvero il contenitore (La Coppa) della sua Rivelazione Divina (l’Acqua e il suo fluido spirituale).

[45] Soltanto due Cavalieri pervennero al Graal, Parsifal e poi Galaad, il quale però lo trasportò “in Oriente” —nel Regno del Prete Janni (assai vasta area geografica che, nell’antichità ed ancora nel Medioevo, si credeva estesa dal «Corno d’Africa» sino alla vallata dell’Indo), ossia dove risiede la Tradizione Primordiale— e dove è rimasto nascosto fino ad oggi in un Paese africano.

[46] Preludio, ed in parte preparazione, a quelle che diverranno le Riforme Protestanti un secolo dopo.

[47] Conflitto che durò 116 anni intervallato da 61 anni di pace ora reale ora apparente, che vide l’intervento misterioso ma provvidenziale di Giovanna d’Arco.

[48] Portata a compimento dall’Assolutismo Monarchico di Luigi XI (1461-1483). Con l’estinzione della casa d’Angiò la corona francese si allargherà alla Provenza, e, più tardi (1493) anche alla Bretagna, grazie al matrimonio di Carlo VIII con Anna di Bretagna.