La parola ai Kariri-Xocò

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Il post che potete leggere di seguito mi è stato proposto da una nostra autrice di vecchia data: Juma Vitali, autrice del testo, in italiano e in inglese, The New Family; le comunità della Nuova Era, oramai esaurito. Juma vive oramai buona parte del suo tempo in Brasile ed ha iniziato a seguire il percorso del Catimbò, simile al più conosciuto Candonmblé. Mi ha chiesto dunque di pubblicare un’intervista al leader della tribù dei Kariri-Xocò. Segue dunque una presentazione della sua collaboratrice Miraguaya e, poi, l’intervista di Juma.
Buona lettura!
 

I Kariri-Xocó sono una tribù che vive nello stato di Alagoas, nel nordest del Brasile. Il nome Kariri-Xocó fu adottato circa cento anni fa quando gli Xocó si ritrovarono cacciati dalle loro terre invase dai contadini e per sopravvivere cercarono rifugio dall’altra parte del fiume che attraversa parte dello stato in cui vivono, insieme ai Kariri.
Nel corso degli ultimi cinquant’anni, la situazione economica e politica delle tribù indigene è andata, gradualmente, andata peggiorando. Popolazioni che tradizionalmente si sostenevano con la caccia e la pesca, si sono viste sottrarre immense quantità di terre e proibire la possibilità di pescare, mettendo cosí a repentaglio la loro stessa sopravvivenza.
Un’ulteriore ed altrettanto grave minaccia è costituita dal processo di modernizzazione ed occidentalizzazione che bussa con insistente costanza alle loro porte, pronto a fagocitare l’identità della tribù. 
In questo contesto, Pajé Pawana è uno dei leader spirituali della tribù Kariri Xoco, alla guida del gruppo Sabuka. È un leader amorevole che ha a cuore il benessere della propria comunità e il proteggere l’innocenza dei suoi fratelli tramandando conoscenze ancestrali e insegnamenti millenari. Lui e la sua tribù rappresentano un grande esempio di dignità, uno scrigno colmo di valori autentici. 
Qualche anno fa, Pajé Pawana ha riconosciuto in Juma Vitali (per la tribù Wruãna) e nel suo compagno Bakatym due fratelli nati e cresciuti nel mondo occidentale che la vita con le sue peripezie ha riportato ormai da molti anni in Brasile. Da questo incontro si è consolidata una fratellanza che ha dato vita ad esperienze che mirano a sostenere la tribù preservando il loro stile di vita tradizionale e la saggezza spirituale che li caratterizza. In Europa è nata Cabocla Tribe, un’associazione che mira a sensibilizzare le persone sulla condizioni dei Kariri Xocó e a sostenere laddove possibile la tribù stessa attraverso azioni di raccolta fondi. In Brasile é sorto invece il Centro Culturale Sabuka, uno spazio immerso nella natura dove vengono organizzati scambi culturali tra persone occidentali e le tribu indigene. 
Essere accolti all’interno del Centro Sabuka è un’esperienza unica. Non si può che entrare se non con riverenza e con rispetto, invertendo drasticamente e guarendo quell’antico sentire di superiorità dell’uomo bianco che ritiene spesso di non aver nulla da imparare dalle tribú indigene. La verità è proprio il contrario: abbiamo tutto da imparare – o forse da ricordare – da un sentire cosí autentico, puro, comunitario e connesso con gli elementi naturali, un sentire che ci ricorda qualcosa che dentro di noi nei secoli passati è stato rotto e sottratto, ma che tuttora non smette di vivere e pulsare dentro la memoria delle nostre cellule e delle nostre anime. C’è nostalgia, c’è gioia e c’è profonda pace nel ritrovare questo stato, nello scrollarsi di dosso la frenesia delle nostre città di pietra – come le chiama Pajé Pawana – e di ritrovare una profonda connessione con i ritmi della Natura e della nostra anima. Semplicemente questo avviene ed è un dono che non può lasciarci indifferenti.
Da questo sentire nasce la ferma volontà di Cabocla Tribe di supportare la causa indigena, di operarsi affinché i Kariri Xocó possano continuare a vivere come hanno fatto da sempre, continuando a camminare i passi di conoscenze millenarie tramandate dai propri antenati con immenso rispetto e gratitudine verso la Natura. 
Qui di seguito, l’intervista tra Wruãna e Pajé Pawana ci offre degli spunti di riflessione sula situazione attuale della tribù.

Miraguaya
Coordinatrice della Cabocla Tribe

 

 

Pajè Juma Wruãna: Qual’è la situazione che state vivendo Pawana nel villaggio dei Kariri Xocò in relazione alla politica ed all’economia?

Pajè Pawana: In lingua indigena Pawana vestito di penne inizia a ringraziare le forze ancestrali che ci hanno fatto riunire qui oggi. Kariri Xocò è un popolo di 1020 famiglie che vivono 800 ettari, il nostro fiume la nostra terra da cui noi dipendiamo spiritualmente e che ci hanno sempre dato alimento e acqua da più di cinquanta anni ci sono stati derubate le terre e ci è stato negato l’accesso al fiume, il nostro fiume Opara qui a trenta metri da me, ecco io non posso pescare nel mio fiume. Noi non siamo stati creati per vivere nelle città di pietra, anche se sappiamo sopravvivere con una cultura che non è nostra. Tuttavia, se siamo ancora vivi è grazie alla nostra connessione spirituale al nostro legame con la Natura. L’esperienza che abbiamo avuto con il governo Lula e il governo Bolsonaro, come popolo Kariri Xocò, è sia positiva che negativa. Il merito di Lula è stato di portare uguaglianza nel popolo brasiliano, noi spesso viaggiamo per vendere i nostri prodotti e visitiamo diverse località del nostro Paese. Abbiamo dunque notato quanto ha aiutato i nostri fratelli bianchi ad aprirsi al valore dell’uguaglianza e ci ha anche aiutato a sopravvivere. Tuttavia, riguardo la redistribuzione territoriale, non ne siamo molto soddisfatti.
Con Bolsonaro l’esperienza è stata mille volte peggiore. È ritornata la diseguaglianza ed ha dichiarato al mondo intero che non avrebbe ridato un millimetro di terra a noi indigeni e che un indigeno era paragonabile a un qualsiasi cittadino brasiliano. Ma questo è sbagliato perché noi non possiamo essere forzati a vivere in una cultura diversa dalla nostra. Io non posso essere bianco e non riesco a vivere in una città. Io sono Kariri Xocò e sono nato per vivere nella mia foresta, sulla mia terra, pescando nel mio fiume piantando, sapendo cosa sto piantando, io non so vivere dentro questo sistema capitalista colonizzatore che ci viene imposto. Tanto io come ogni nativo qui in Brasile.

 

Pajè Juma Wruãna: Qual è il messaggio per i giovani Pawana che stanno vivendo una realtà sempre più virtuale?

Pajè Pawana: Vedo questo molto negativo perché che tua sia bianco, negro, indigeno fatichi a fuggire dalla tecnologia, però nessuno di noi deve permettere che questa tecnologia prenda il posto del mondo reale.
Il nostro mondo reale è la natura, mai succederà che il mondo della tecnologia dominerà il mondo della spiritualità o il mondo della natura. Questo mondo della tecnologia fu creata per dominare la spiritualità, e l’essere umano lo sta permettendo, per questo stiamo tutti soffrendo. Dunque se ognuno di noi non sta capendo come differenziare impulsi e limitazioni in questo contesto moderno, ognuno di noi sta soffrendo, noi indigeni siamo tristi per voi, la gente è più debole, più malata, fragili di spirito. E noi non possiamo essere felici di tutto questo, siamo tristi di vedere questa degenerazione nel mondo. La nostra lotta costante è quella di portare i membri del nostro popolo e l’umanità intera verso la cultura della Natura e della Spiritualità che è il mondo reale.

 

Pajè Juma Wruãna: Pawana come vedi questo interscambio culturale iniziato nel 2018 con la nostra gente europea di Cabocla Tribe e il Centro Sabuka che avete ora nel villaggio per ospitare noi stranieri?

Pajè Pawana: Noi con voi ci sentiamo più forti con voi vicino, la gente pensa che noi indigeni siamo una minoranza, ma non è vero, questo ne è la dimostrazione, noi siamo in tutto il mondo e tutto il mondo è dentro di noi. Noi ci completiamo quando venite qui, voi sentite che un inspiegabile vuoto che c’era dentro di voi si riempie, noi vi diamo la ricchezza, che cos’è la ricchezza? La natura, l’amore, l’allegria, la cura, le pratiche tradizionali spirituali. Ogni europeo quando torna a casa rinnovato, con nuove idee, non torna nella selva di pietra uguale a quando ne era partito.
Tu Wruãna è come se lanciassi costantemente delle frecce, affinché noi possiamo raggiungere una condizione di felicità, di prosperità, di sviluppo che noi desideriamo. Il Centro Sabuka è una base di alimento culturale e per tutta l’umanità, dall’Italia dalla Germania, dalla Slovenia già li avete portati, il nostro desiderio è di crescere sempre di più e speriamo davvero di diventare un punto di riferimento per il mondo intero.

 

Pajè Juma Wruãna: Pawana com’è la relazione tra uomini e donne nella realtà indigena?

Pajè Pawana: qui noi Kariri Xocò non viviamo diseguaglianze tra uomini e donne, la donna ha la stessa libertà dell’uomo, lei non è più forte dell’uomo, nè è vero il contrario. Noi camminiamo come la Luna e il Sole, la donna conosce la sua missione e l’uomo conosce la sua.

 

Pajè Juma Wruãna: Di cosa ha bisogno ora il Centro Sabuka per sostenere la situazione critica economica della comunità? Ora che il governo ha negato il supporto per gli alimenti alle donne e, oramai, la situazione è difficilissima.

Pajè Pawana: Si, tu lo sai Wruãna, qui non ci permettono di pescare, di cacciare e quindi dobbiamo guadagnare denaro. Non è nella nostra mentalità, abbiamo iniziato a coltivare, ma sono processi lenti. Noi ci impegnamo a viaggiare nelle città vicine per vendere il nostro artigianato, fare corsi di cultura Kariri Xocò nelle scuole, nei centri che ci invitano, ma abbiamo urgente bisogno di un furgone, il costo è di 30.000 reais. Noi, come ci avete suggerito, abbiamo creato un account PayPal della nostra associazione.

 

Pajè Juma Wruãna: In questi ultimi decenni sono nate molte comunità, molti ecovillaggi, molte di queste non sopravvivono. Voi siete una comunità millenaria, qual è il segreto?

Pajè Pawana: Innanzitutto avere un leader che ha molta forza per condurre il suo popolo, perché non esiste una leadership senza un popolo e non esiste un popolo senza una leadership, bisogna imparare a convivere in questo equilibrio, bisogna camminare insieme in questo equilibrio, e il segreto di tutto questo risiede nella spiritualità. Se una qualsiasi comunità nasce e non crede, non ha totale fiducia nella sua spiritualità, volendo vivere solo la realtà materiale, non avrà amore, allegria, pace, prosperità. Quindi il segreto è nella Spiritualità, è solo cercare, vivere, credere, amare, preservare, tutto il segreto è dentro la “base” spirituale. Lo Spirito ha creato l’acqua, la terra, l’aria, il fuoco, le piante, le costruzioni moderne anche loro, non dimentichiamo, sono comunque un’espressione dello Spirito. Qui hanno distruttotutto , noi abbiamo solo noi stessi ormai, ma vi dico una cosa: finché esiterà una formichina, una foglia, Kariri Xocò esisterà, nessuno può distruggere la nostra essenza il nostro sangue la nostra anima “Inatekiè” Grazie.